Gnatologia e trattamenti delle cefalee
Gnatologia e trattamenti delle cefalee

Gnatologia

Il trattamento delle disfunzioni all'articolazione temporo mandibolare

La gnatologia è una branca dell'odontoiatria che studia le disfunzioni dell'apparato masticatorio spesso correlate a cefalea e cervicoalgia. Presso i  nostri studi viene eseguita un'accurata diagnosi basata su valutazioni strumentali; la corretta ed efficace terapia incentrata sul protocollo NBT - Neuro-bio-treatment - può essere formulata solo dopo un'approfondita elaborazione dei datli clinici strumentali raccolti.

Come si presenta l'articolazione temporo-mandibolare (atm)?

L'articolazione temporo-mandibolare presenta sei gradi di mobilità pertanto è la più mobile del nostro corpo, e collega la mandibola con l'osso temporale.

L'atm (o Articolazione Temporo Mandibolare) è costituita da due capi articolari: la cavità glenoidea e il condilo mandibolare, in mezzo ai due capi articolari  vi è il menisco, un cuscinetto di natura fibro-cartilaginea che funge da ammortizzatore  garantendo fluidità al movimento. (vedi fig 1).

I movimenti della mandibola  in apertura, chiusura, lateralità e protrusiva sono legati all'efficienza dell'articolazione temporo-mandibolare e dei muscoli masticatori permettendo fonazione, masticazione e tutti i movimenti semplici e complessi della bocca.

Cosa sono le disfunzioni dell'articolazione temporomandibolare e quali sintomi presentano?

Si tratta di condizioni dolorose e/o disfunzionali di natura infiammatoria o degenerativa che interessano uno o entrambe  le articolazioni temporo mandibolari.

I sintomi più frequenti sono di carattere  locale, fra i più diffusi le limitazioni nell'apertura della bocca,  i rumori e/o dolori a carico dell'articolazione temporo mandibolare, il blocco della mandibola.

i sintomi meno frequenti e che si estendono alle varie strutture che compongono l'apparato masticatorio sono invece: cefalea, contratture/tensioni  muscolari del viso e/o del collo, cervicalgia, torcicollo, riduzione dell'udito, dolori irradiati all'orecchio, percezione di fischi e ronzii nell'orecchio, sensazione di ovattamento dell'orecchio, acufeni, vertigini,  e parestesie (alterata  sensibilità in determinati distretti del corpo).

Quali sono le cause delle disfunzioni all'articolazione temporo mandibolare?

I disordini temporo mandibolari sono ascrivibili  ad un'alterazione della normale fisiologia  dell' articolazione (vedi fig 1). L'origine di tali disordini  è multifattoriale. Fra le cause  più frequenti  vi è:

  • la malocclusione dentale, uno scorretto rapporto fra l'arcata dentale superiore e quella inferiore,
  • le parafunzioni quali il serramento e il bruxismo che determinano, un'abrasione dentale e conseguentemente una riduzione della dimensione verticale della bocca  scatenano tensioni e contratture muscolari e nel tempo danno origine a dolori alla testa , collo e spalle.

Altre patologie coinvolte con la disunzione dell'articolazione temporomandibolare  sono:

  • l'onicofagia (mangiarsi le unghie),
  • l'abitudine al consumo di gomme da masticare,
  • lassità legamentosa: ipermobilità articolare più frequente nelle donne,
  • traumi diretti o indiretti cranio cervicali,
  • ansia e stress,
  • terapie odontoiatriche e ortodontiche incongrue

Un approfondimento del rapporto fra occlusione dentale e articolazione temporomandibolare

Si parla di normocclusione dentale quando sono presenti almeno tre criteri :

  • i denti dell'arcata superiore si collocano all'esterno dell'arcata inferiore (nei molari e premolari di almeno mezzo dente),
  • i denti superiori frontali (incisivi centrali e laterali) coprono i denti inferiori frontali per circa un terzo della loro altezza,
  • vi è una corretta e specifica relazione di contatto tra i denti .

Quando non sono presenti contestualmente i tre parametri sopra elencati siamo di fronte ad una malocclusione dentale ovvero ad una alterato rapporto  posturale della mandibola  rispetto sia  alla maxilla  superiore che al cranio. Tale alterazione   comporta spesso un graduale coinvolgimento   nella  funzionalità  delle articolazioni temporo mandibolari e dei muscoli cranio-facciali.

E' pertanto fondamentale ai fini della stabilità e dell'efficenza  dell'articolazione temporo mandibolare rirpistinare il corretto rapporto tra le due arcate dentarie.

Come avviene la diagnosi e come si sviluppa la terapia disfunzionale

Nel paziente gnatologico è fondamentale eseguire una diagnosi accurata e intervenire tempestivamente, per evitare che la patologia degeneriL'approccio clinico seguito negli studi dentistici di Brescia e Desenzano d/g prevede un'anamnesi accurata dell'apparato masticatorio mediante indagini specifiche.

Durante la visita gnatologica con i medici del nostro staff si valuta la mobilità della mandibola, con particolare riguardo al tragitto di apertura e chiusura della bocca, e si verifica la presenza di interferenze occlusali (nella chiusura della bocca). Si rilevano inoltre sul paziente una serie di dati quali arco facciale, cera di centrica e impronte.

I dati rilevati vengono poi trasferiti mediante un sistema di correlazione sull'articolatore opportunamente programmato.
Il montaggio in articolatore è necessario e fondamentale per rispettare la funzione delle articolazione temporomandibolari e la corretta occlusione del paziente. 
Nel nostro studio viene utilizzato di routine, oltre che per i casi gnatologici e ortodontici, anche per lo studio dei casi protesici e chirurgici.

Si esegue un'elettromiografia per verificare se ci sono contratture/tensioni dei muscoli facciali e dei muscoli del collo, e se c'è simmetria  nel lavoro dei muscoli. Viene inoltre eseguita una tac cone beam per controllare l'anatomia dell'articolazione temporo mandibolareTutte gli esami clinici (montaggio in articolatore elettromiografia e tac cone beam) vengono eseguite direttamente presso i nostri studi dentistici.

Al temine di tutte le indagini sopra elencate, i medici del nostro staff, studiano il caso e elaborano un piano terapeutico personalizzato che potrebbe prevedere terapie di conservativa, protesi, ortodonzia oppure la realizzazione di un bite per alleviare i disturbi legati ai disordini dell'articolazione temporo mandibolare. 

Per implementare l'efficacia del servizio di gnatologia, i medici consigliano di seguire un percorso di Neurofeedback Dinamico non Lineare.

Glossario di riferimento:

Si dice malocclusione ogni deviazione rispetto all'occlusione normale o ideale.

 

Alterazione dei rapporti di combaciamento dei denti determinata da difetti di forma delle arcate o da disallineamento dei denti all'interno delle arcate.

La relazione tra i denti mascellari e mandibolari nel momento in cui entrano in un contatto funzionale

Si parla di progenismo quando la mandibola è posizionata in avanti rispetto al mascellare superiore

In ortodonzia è la sporgenza in avanti delle mascelle; può essere relativa o falsa (quando è solo apparente, valutata clinicamente rispetto alla controparte scheletrica) o assoluta e vera (in riferimento alla verticale tracciata dalla radice del naso, perpendicolare al piano di Francoforte); si determina a carico del mascellare superiore, della mandibola o di entrambi i mascellari.

 

Posizionamento arretrato delle mascelle.
Può essere relativa o falsa (quando è solo apparente, rispetto alla controparte scheletrica) o assoluta e vera (in riferimento alla verticale tracciata dalla radice del naso); si determina a carico del mascellare superiore, della mandibola o di entrambi i mascellari.

 

 

Perdita di sostanza dentale localizzata dovuta a disfunzioni, vizi e parafunzioni a carico dell'occlusione

Consumo patologico delle superfici masticatorie dei denti causata da attrito generato dallo sfregamento. Si rileva in forma più accentuata nel soggetto bruxista.
Può essere causata anche dall'uso di spazzolini duri e dentifrici ad alta abrasività. Comuni sono le abrasioni del colletto da spazzolamento che spesso causano una particolare sensibilità del dente alle temperature (caldo e freddo) e agli stimoli chimici.

 

Sensazione uditiva soggettiva – consistente per lo più in fischi, soffi, ronzii – percepita in assenza di stimoli sonori esterni. L’acufene ha tonalità acuta e spesso si accompagna a ipoacusia; se ne possono determinare la frequenza e l’intensità mediante l’acufenometria. Le cause di acufene sono molteplici, otogene ed extraotogene; tra le prime si annoverano disturbi dell’orecchio esterno, medio, interno o della via acustica centrale; tra quelle extraotogene: medicamenti, intossicazioni, traumi acustici, malattie dismetaboliche, discrasiche, endocrine, dell’apparato circolatorio e degli organi emopoietici e da stimolazione simpatica. La terapia si avvale di sostanze vasodilatatrici, tranquillanti e interventi chirurgici; di recente è stato proposto l’uso di protesi acustiche atte a mascherare l’acufene con un suono appropriato e l’elettrostimolazione cutanea.

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